Guida al sesso lesbo: funziona davvero come lo immaginiamo?

L’omosessualità, anche prima che venisse riconosciuta e definita come tale, si è sempre presentata chiaramente attraverso le varie epoche; tuttavia l’omosessualità femminile, come ogni altra dimensione legata alla sessualità e al piacere della donna, non ha mai rivestito evidente rilievo, né ha mai suscitato tanto interesse quanto nell’ultimo periodo.

Attualmente, infatti, il sesso tra lesbiche risulta essere una pratica, certa ed affermata, che attrae intorno a sé un velo di mistero, fascino e curiosità, per cui sorge spontaneo chiedersi se è davvero come riusciamo ad immaginarlo. Tale domanda potrebbe trovar risposta in uno dei tanti video porno che si trovano online, a dire il vero però fermarsi a determinate rappresentazioni è del tutto superficiale. Il sesso tra donne rappresentato nei porno risulta infatti essere sempre molto scenografico e tende a metter in risalto pratiche e gesti, creando scene enfatizzate, utili all’appagamento di un pubblico maschile.

Le pratiche sessuali più comuni

Cosa accade allora tra le lenzuola di due donne? Come viene raffigurato anche in opere d’arte come Le dormienti di Gustave Courbet, l’incontro tra due donne può essere intenso e ricco di romanticismo. A dispetto di quanto si possa credere, i rapporti sessuali tra donne son sempre molto lunghi e frequenti, anche durante una stessa giornata è possibile parlare di 6-8 rapporti che durano svariate ore, a volte anche tutta la notte! Dunque se credevate che i rapporti tra donne si risolvessero in brevi e povere effusioni vi siete di certo sbagliati, l’incontro tra due donne infatti è sempre accompagnato da grande attenzione al piacere altrui e risulta essere un vero e proprio compito da portare a termine nella totale spensieratezza e reciprocità.

Non poche volte è capitato di chiedersi se il sesso omosessuale, rispetto a quello eterosessuale, presentasse dei limiti al piacere femminile e quali fossero eventualmente tali limiti. La credenza popolare, infatti, ha spesso condizionato la visione del sesso, guidandolo in una direzione fallocentrica con diretta e smisurata attenzione alla penetrazione, come unica pratica possibile, generando falsi miti intorno alla tematica del piacere e dell’orgasmo femminile. Pensandoci bene risulta quasi una ovvietà ricredersi: chi meglio di una donna può conoscere il corpo femminile e donar piacere ad una partner dello stesso sesso?

Per quanto risulti ancora un tabù, la masturbazione femminile è molto praticata all’interno della dolce e armoniosa sfera femminea, e proprio da questo consegue la profonda conoscenza del proprio corpo che può efficientemente essere applicata a quello di un’altra donna. Ritrovarsi in coppia lascia tuttavia spazio all’opportunità di sperimentare nuovi modi di raggiungere e far raggiungere il piacere, immaginiamolo come un necessario upgrade delle comuni pratiche, alle quali ci si sottopone in solitaria, ma insomma di cosa si tratta esattamente?

Volendo annoverare le pratiche più comuni è possibile introdurre una distinzione tra masturbazione priva di penetrazione e masturbazione con penetrazione praticata attraverso l’utilizzo di parti del corpo come dita, strumenti idonei o oggetti di uso quotidiano, ma adattabili all’uso.

La masturbazione che non prevede penetrazione comprende tutte pratiche come il cunnilingus (per i meno esperti, si tratta di una pratica di sesso orale effettuata tramite il movimento della lingua su zone erogene come vulva e vagina, in particolare finalizzata alla stimolazione della clitoride) che si può compiere in varie posizioni: la 69 in cui entrambe le partner godono della possibilità di leccare i genitali della compagna, la classica posizione del missionario in posizione supina che può esser effettuata anche premendo le gambe di chi riceve il cunnilingus verso il petto; da ricordare è anche la cosiddetta posizione della pecorina o a 90°. Quest’ultima permette anche di dar spazio ad una variante di cunnilingus, che andando ad interessare la zona perineale (tra orifizio vaginale e orifizio anale) e l’ano e prende il nome di rimming, pratica da considerarsi -come le precedenti- non priva di rischi, da non effettuare in condizioni di scarsa igiene se non si vuole andare incontro a spiacevoli inconvenienti, quali infezioni del cavo orale e della cute.

Lo stesso tipo di stimolazione clitoridea o anale viene effettuata anche tramite l’utilizzo di dita che vengono sfregate sulla superficie cutanea della zona interessata, a rendere tutto più piccante interviene la saliva che viene posta sulle proprie dita leccandole direttamente, o inserendole nella bocca della compagna, frequente è anche l’utilizzo di lubrificanti che facilitano la masturbazione riducendo l’attrito e che possono presentare componenti a base di particolari sostanze, come la menta, che donano sensazioni alternate di caldo e freddo e tendono ad enfatizzare il piacere.

Altra pratica comune è quella della sforbiciata, la quale consiste nel reciproco sfregamento della vulva di una donna, contro quella dell’altra donna, pratica che come si può ben immaginare richiede un buon grado di esercitazione in quanto fisicamente stancante.

Frequente è anche l’utilizzo di sex toys come il succhia clitoride, il cui nome non lascia spazio a fraintendimenti ed interpretazioni, e vibratori che son posti direttamente a contatto con la vulva e la clitoride e che, come vedremo, possono anche essere utilizzati per pratiche di masturbazione penetrativa.

Quanto detto in precedenza nei riguardi della penetrazione e dei suoi miti è veritiero: le donne non necessitano di essa per raggiungere l’apice del piacere, tuttavia è una delle pratiche che viene maggiormente effettuata all’interno di rapporti omosessuali tra donne. Nei casi più comuni largo spazio è dato alle dita (i classici ditalini), che vengono usate ad arte per donare piacere alla compagna, per tal motivo è necessario che le mani siano sempre pulite e curate, prive di zone callose e con unghie corte senza spigolosità o protuberanze taglienti, tutto ciò con il fine di evitare lesioni delle mucose vaginali e non rovinare momenti di travolgente passione ed intimità.

Le donne più esigenti ed intraprendenti si dilettano anche nell’utilizzo di oggetti di uso quotidiano o di sex toys, per dare una scossa alla solita routine sessuale e coinvolgere la compagna in una spirale di piacere che tocca punti che altrimenti potrebbero rimanere inesplorati. Tra gli oggetti di uso comune rientrano ortaggi e frutti di forma fallica, come zucchine, carote e banane che vengono protetti con preservativi per facilitare l’ingresso ed il movimento di penetrazione, anche recipienti cilindrici di prodotti per la cura del corpo risultano utili allo scopo, ma generalmente l’utilizzo di idonei strumenti acquistati in negozi specifici vengono preferiti a quello di oggetti che si trovano in tutte le case.

Di sex toys, infatti, ne esistono ormai di ogni tipo, forma e colore, adattabili ad ogni tipo di necessità e richiesta: possono presentare un motore interno ricaricabile o a batterie che permette la vibrazione, o esserne privi e regalare sensazioni di pienezza volte a stimolare le pareti vaginali interne. Tra questi va evidenziato un tipo di dildo indossabile, che va sotto il nome di strap-on e consta di una sorta di imbracatura da indossare a livello genitale, che è munita di un dildo intercambiabile, in maniera da poter variare le sue dimensioni; questo è uno strumento che permette di simulare una penetrazione quanto più possibile simile a quella tra uomo e donna.

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